
Rispetto al passato, nel riconoscimento e nella diagnosi dei disturbi dell’apprendimento si sono fatti enormi passi avanti. Questo ha consentito di poter intervenire in maniera accurata nei casi di necessità, in modo tale da poter rendere più semplice la vita di bambini e adulti che altrimenti avrebbero avuto enormi difficoltà in ambito scolastico e non solo. Se sospetti che un tuo caro o tu stesso possa avere la dislessia, prosegui con la lettura.
Dislessia: di cosa si tratta?
I disturbi dell’apprendimento, comunemente definiti con la sigla DSA, rappresentano una classe ampia di condizioni tra cui è inclusa la dislessia. Si tratta, in particolare, della difficoltà che una persona normodotata dal punto di vista intellettivo, sia essa in età scolare, sia essa adulta, può incontrare nel compiere azioni apparentemente semplici come leggere o scrivere, in assenza di deficit cerebrali.

Nella dislessia, in altre parole, risulta complessa la decodifica del linguaggio scritto. Questa condizione si manifesta in svariati modi che verranno approfonditi nel dettaglio in seguito. In generale, possiamo affermare che chi presenta questo disturbo tende a leggere e scrivere in maniera ortograficamente corretta con difficoltà, nonostante non presenti deficit intellettivi.
I casi diagnosticati di dislessia in Italia sono in crescita rispetto al passato. Sembra che almeno il 3% degli studenti italiani presenti una condizione più o meno grave di dislessia. Questi numeri sembrerebbero essere non totalmente esaustivi in quanto è possibile che molti casi non vengano diagnosticati o diagnosticati in ritardo.
Come si manifesta la dislessia?
La dislessia ha delle caratteristiche che possono variare in base all’età considerata. Partendo dai bambini, nel corso della frequentazione della scuola primaria, l’insegnante potrebbe accorgersi di difficoltà da parte del piccolo studente nel riconoscimento delle lettere e dei suoni corrispondenti, nella lettura lenta e faticosa, nell’inversione di lettere e sillabe.

La difficoltà riscontrata dai bimbi, potrebbe poi tradursi nell’evitamento di situazioni singolari o collettive che prevedono di leggere o scrivere, con aumento dell’agitazione e del nervosismo. Negli adulti, permane la difficoltosa capacità di lettura, soprattutto se a voce alta, e si verificano spesso errori di ortografia, con scambio di lettere e sillabe.
Lo studio e la concentrazione durante sessioni di lettura e scrittura risulterebbe più faticoso del normale e potrebbe creare stanchezza mentale. Per gli studenti universitari, ad esempio, prendere appunti, copiare dalla lavagna o eseguire delle dettature potrebbe essere molto difficoltoso, andando a influire negativamente sulle performance scolastica e sull’umore.
Scopri il test per la dislessia!
Nel caso in cui si sospetti di soffrire di dislessia o nel caso in cui il sospetto sia rivolto verso un nostro caro, il primo passo da fare è quello di rivolgersi a personale medico specializzato per poter avere una diagnosi ufficiale. Molti sono i test che sono stati formulati per avere un’idea della situazione.

Quello che riportiamo qui oggi, è un semplice esempio che potrebbe dare un’idea dei test che possono venir condotti per individuare i segnali precoci di dislessia. Arriviamo subito al dunque e riportiamo un breve brano da leggere, a cui segue la relativa “traduzione”. Se la lettura risultasse molto faticosa o lenta, potrebbe essere un possibile segnale di necessità di approfondire la questione.
“Riesci a leggere questo testo? Nno imotraa in che odirne le litere snno mescoalte, la csao importrtnate è che la pirma e l’ulitma slaino al psoto giutso“. Traduzione: “Non importa in che ordine le lettere sono mescolate, la cosa importante è che la prima e l’ultima siano al posto giusto“. Il test appena proposto non è diagnostico ma potrebbe evidenziare delle difficoltà nella codifica delle parole, tratto comune di dislessia a tutte le età.
Cosa fare se si sospetta di essere dislessici?
Nel test presentato nei capitoli precedenti, le lettere sono state mescolate, lasciando intatte sono la prima e l’ultima di ogni parola. Chi è capace di leggere può ricostruire il significato delle parole, con l’impiego di un certo (e tollerabile) sforzo. Al contrario, nel caso in cui le difficoltà risultassero molto grandi e questo processo di decodifica non fosse “automatizzato” potrebbe essere un segnale da tener in considerazione.

L’osservazione delle difficoltà nella lettura e nella scrittura, infatti, rappresenta il primo passo per poter agire successivamente, parlandone con personale medico specializzato (neuropsichiatra infantile, logopedista o psicologo) in grado di effettuare test approfonditi per avere una diagnosi riconosciuta. Questo è molto importante per poter evitare che la persona possa andare incontro a frustrazione o demotivazione.
Inoltre, la possibilità di poter accedere a supporto adeguato e strumenti compensativi rappresenta un grande salto in avanti per riprendere in mano la propria vita di studente e non solo, vivendo la lettura e la scrittura con più leggerezza e meno stress. Questo articolo ha scopo informativo e non si sostituisce al parere del medico.